Ultimo aggiornamento dei contenuti: 14/05/2012
Esiste fallimento più grande di chi deve barare per vincere?
I concorsi universitari possono davvero cambiare?
Perchè vi dovrebbe interessare la nostra storia?
Perché questo "Concorso/Ricorso/Sentenza TAR" costituisce una prova lampante che le commissioni nei concorsi universitari dispongono di discrezionalità assoluta, che non devono rendere conto del modo in cui scelgono la gente, e quando sono chiamate a farlo come in un ricorso si possono inventare quello che vogliono.
Possono ridefinire a piacimento il settore disciplinare, i criteri e l'uso degli indici e il valore dei titoli e tutto senza doverlo scrivere nei verbali, ovvero senza rendere conto a nessuno.
La sentenza si può impugnare di fronte al Consiglio di Stato, ma abbiamo bisogno di aiuto.
... la gran parte delle risposte mi indicarono che la risposta era SI....
Ringrazio moltissimo coloro che hanno contribuito...
In questi mesi ho ricevuto molti contatti (la gran parte provenienti da università italiane e straniere) e ho raccolto circa 645 euro.
La scadenza dei termini è a metà Giugno, e ora devo decidere se dare l'incarico agli avvocati.
Questo significa che io e forse un paio degli ex-ricorrenti dovremmo decidere se mettere di tasca nostra circa 4255 euro per questo ricorso, e al massimo aspettare di ricevere altri contributi nei prossimi mesi per rientrare della spesa.
- mostra riepilogo ++
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Il Concorso, la Beffa e ... una Battaglia di principi.
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scritto da: Valentina R. Barletta (8 Aprile 2012)
Abbiamo partecipato in 9 a un concorso dell'Università di Milano (Unimi), in 8 abbiamo perso e abbiamo deciso subito, tutti uniti di fare ricorso contro un risultato secondo noi scandaloso.
Per noi è stata una questione di principio senza l'ombra di convenienza personale, tanto meno economica, infatti solo un paio di noi avrebbero potuto sperare di vincere lealmente.
In generale sembra avere senso solo l'idea di fare ricorso perché conviene, come se fosse una scommessa in cui la posta in gioco è un lavoro per la vita, quindi fa ricorso solo chi pensa di potere vincere lealmente. E questo è ancora più vero per la giustizia Italiana per cui non è nemmeno possibile fare un unico ricorso perché i candidati di fronte alla giustizia non possono essere uniti da un principio ma devono essere gli uni contro gli altri a scannarsi per il posto del vincitore! Risultato e strategie avvocatesche: 4 ricorsi + 4 interventi, ovvero il concorso che si è beccato più ricorsi in Italia (forse da sempre).
I principi che ci ha unito sono stati condivisi e sostenuti anche da molti altri, dai precari di Unimi e da alcuni strutturati: tutti hanno protestato e chiesto spiegazioni per il risultato del concorso.
Da lì è nato: www.nophdnoresearch.it dove si narrano storie collegate ai protagonisti di questo concorso.
Una vera petizione al Rettore però non è stata possibile perché il vincitore è stato assunto a tempo di record prima ancora che ci fosse notificata la sua vittoria!
Per alcuni di noi il concorso, il ricorso e le vicende successive hanno comportato dei sacrifici non indifferenti, economici, personali e persino professionali. Io ho dovuto cambiare lavoro e nazione a tempo di record. Nonostante tutto, ci abbiamo messo tutti impegno, faccia e portafoglio perché la verità fosse ristabilita e per non lasciare senza conseguenze un clamoroso spregio per la meritocrazia da parte di Unimi.
La Beffa:
Milano (Unimi), Ottobre 2010, concorso Geo/10 (Geofisica), vince uno
studente di dottorato, laureato da meno di 2 anni, che sotto tutti i profili oggettivi è di gran lunga il peggiore di tutti (tabella di confronto tra i candidati).
Il barone di turno
(Sabadini)
cerca di farlo passare per genio, ma è difficile visto che il pupillo si è laureato a 28 anni ... (sfigato secondo i nuovi standard del governo).
Nei verbali non esistono traccie di comparazione tra i candidati ne tanto meno di indici bibliometrici o altro
e nemmeno è contenuta l'idea di "genio"....
... ma Unimi ci ha messo un grande impegno per fare credere il contrario a tutti (Memorie difensive), hanno distorto molte informazioni, hanno inventato nuovi e assurdi criteri ad hoc, hanno fatto passare un semplice premio per giovani - per la presentazione di un poster! assegnato a iscrizione! con un vincitore su 3 iscritti! - come un importante premio internazionale, hanno persino
ridefinito il settore disciplinare del concorso (SSD geo/10), per far apparire fondamentale il lavoro del vincitore ...
...
e i giudici del TAR hanno ascoltato quella versione e ignorato le nostre
.
Tanto è vero che la sentenza riporta gli stessi errori di trascrizione della Memoria difensiva di Unimi. Così i giudici del TAR riescono a fare quello che non sono riusciti a fare i commissari ovvero a spiegare e certificare il talento del vincitore ... ovviamente sulla base di fatti distorti e travisati. Non esistono prove ne documenti a supporto della versione di Unimi (ne dei giudici).
Noi sosteniamo che i giudizi sono generici e incompleti, che non hanno valutato i nostri titoli e non hanno usato alcun criterio (valido) ... Tanto per chiarire il concetto potete provare a indovinare quali dei giudizi dei commissari sono quelli per il vincitore: esperimento "Azzecca il giudizio")
. Se non ci riuscite a capire subito quali sono i giudizi per il vincitore ... vuol dire che abbiamo ragione noi e quelli non sono giudizi da cui si evincono le motivazioni della scelta.
I giudici per cercare di dimostrare le loro tesi, tirano in ballo il fatto che l'originalità di una pubblicazione va valutata prima di ogni altro criterio ... e quindi anche prima ancora dell'apporto individuale! Uno dei due articoli presentati dal vincitore è anche mio e di un altro candidato.
Per quale diavolo di motivo i commissari prima e i giudici poi hanno deciso di non attribuire anche a noi coautori il merito di quell'articolo? il vincitore non ha fatto certamente tutto da solo!
Comunque, tanto per chiarire la portata "rivoluzionaria" dei DUE "capolavori": a distanza di anni dalla pubblicazione (pù di 3 e 2 anni), ognuna delle due pubblicazioni ha solo 1 citazione non proveniente dagli autori stessi. Ovvero la comunità scientifica non è affatto interessata a quei "capolavori".
Io non ero oggettivamente la più qualificata per vincere, quindi un'altra importante domanda che mi sono sentita rivolgere è: perché mi importa tanto che la verità sia quantomeno ristabilita? Io non ci "guadagnerei" nulla a vincere il ricorso perché il posto andrebbe giustamente a un altro.
Giusto. A parte il fatto che avevo certamente più diritto di vincere del vincitore: oltre alla pubblicazione che di fatto ha valso la vittoria del concorso, ho altre diverse pubblicazioni sia prima e dopo il dottorato, e prima di conseguire tale titolo ho ricevuto citazioni e importanti riconoscimenti internazionali (importanti, per cui continuano a chiamarmi). Perché, vorrei tanto sapere, mi hanno liquidato senza una spiegazione?
Io e altri due colleghi che abbiamo lavorato in Unimi con il prof. Sabadini per anni, non ci aspettavamo di vincere il concorso (nonostante ...), ci aspettavamo invece un minimo di onestà (intellettuale quanto meno) non solo da parte di Sabadini, ma (molto ingenuamente) da parte di tutti, di tutta l'Università in cui credevamo, ... e invece abbiamo ricevuto un'amara delusione.
Essermi sentita ripetere fino alla nausea che "è normale che le cose vadano così" rende la situazione ancora più disgustosa e difficile da accettare. Il fatto che sia tanto "normale", per noi è un aggravante e non fa onore a nessuno, tanto meno a chi lo sostiene con "tanta rassegnazione".
Vorrei che sia ristabilita un po' di verità e di giustizia perché voglio tornare a credere che ci sia speranza per la ricerca italiana e per l'Italia.
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Il feedback dai nostri avvocati è arrivato. Sostanzialmente ci ribadiscono la scorrettezza della sentenza (incongruenze logico-giuridico) soprattutto in un senso: la sentenza evita accuratamente di affrontare le censure da noi mosse nel ricorso introduttivo; al contrario, i Giudici del TAR si sono infilati in una valutazione nel merito dell'attività del vincitore che non abbiamo richiesto e certamente non era di loro competenza (sotto un duplice profilo: sia giuridicamente, giacché il ricorso al TAR verteva principalmente - e ovviamente - su altro, che scientificamente!)
Io vorrei quindi fare ricorso al CdS, e almeno altri 4 o 5 ex-candidati lo vorrebbero, ma economicamente nessuno di noi si può permettere di spendere un migliaio di euro a testa o più (oltre a quelli già spesi per il ricorso al TAR), per una battaglia di principi che questa volta è anche contro la giustizia stessa.
Perché tanto ci costerebbe fare il ricorso al CdS:
4900 euro (prezzo già scontato).
Come scrissi già nel mio appello "Proseguire ad ogni costo?"
questo ricorso non è importante solo per noi, ma sicuramente per tutti quelli che un giorno si troveranno a dover fare un ricorso e avranno a che fare anche con questo precedente legale. E poi è importante per tutti quelli che vorrebbero un'Università migliore.
L'appello che ho lanciato e questa pagina in questi mesi hanno ricevuto molti contatti (la gran parte provenienti da università italiane e straniere), ho ricevuto solidarietà e ho raccolto circa 645 euro.
Le cose da tenere presente sono:
1) Se non riusciamo a raggiungere almeno metà dei 4900 euro entro il 10 di maggio, il ricorso potrebbe saltare.
2) Se perdiamo il ricorso al CdS potremmo dover pagare anche le spese avversarie, quindi tutto quello che dovesse arrivare in più oltre alla quota di 4900 euro verrà tenuto da parte fino alla sentenza.
3) Se vinciamo, ci potrebbero rimborsare le spese. In quel caso cosa ne faccio dei soldi raccolti?
Nei casi 1) e 3) cosa faccio con quello che avanza?
a) Li metto a disposizione per aiutare qualcun altro in un ricorso simile. b) Ve li restituisco (tutti o in parte, escluse le spese).
Per questi motivi e per ricevere i vostri contributi avrei voluto creare un'associazione che sarebbe poi servita per altre cause simili alla nosta.
Purtroppo l'idea dell'associazione per ora è impraticabile, sia per i costi e sia per il fatto
che fisicamente non sono in Italia e non potrò esserci ancora per molto tempo.
Quindi l'unico modo di ricevere dei contributi è sul mio conto personale (o per chi preferisce con paypal sulla mia email vale167@gmail.com) in ogni caso per non mettere on line direttamente dati sensibili, ho deciso di usare la seguente form, con cui potete aderire all'iniziativa e ricevere le coordinate bancarie e le altre informazioni.
Siamo oltre il 10 Maggio e non abbiamo raccolto metà di quello che serve. Questo purtroppo significa che ora si tratta di decidere se mettere di tasca nostra circa 4255 euro per questo ricorso, e al massimo aspettare di ricevere altri contributi nei prossimi mesi per rientrare della spesa, o se girare una parte dei soldi raccolti (solo per quelli che hanno dato la disponibilià) a una causa simile alla nostra e restituire il resto.
Per me stessa e per le persone che hanno contribuito e che credono in quello che sto cercando di fare, vorrei procedere. D'altra parte ci sarebbero da considerare anche tutti quelli che non hanno contribuito e che non hanno scritto, che forse non hanno interesse e/o non credono in questa battaglia legale.
personal email: vale167@gmail.com
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