Ultimo aggiornamento: 11/05/2012
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Proseguire ad ogni costo?
Quando si perde un ricorso al TAR - per un concorso da ricercatore - e ci sono ottimi motivi tecnici e giuridici per impugnare la sentenza di fronte al Consiglio di Stato, è giusto proseguire la battaglia legale?
scritto da: Valentina R. Barletta (23 Gennaio 2012)
Un anno fa, per me, la risposta era ovvia: SÌ. E con decisione, soprattutto se si pensa di essere nel giusto. Non si deve smettere di lottare e, questo, è esattamente il principio che abbiamo seguito io ed altri sette colleghi quando abbiamo deciso di ricorrere per annullare il risultato di un concorso per ricercatore. Durante questo travagliato anno, ho misurato il costo della lotta, in cui il saldo economico (non trascurabile) è stato sicuramente quello più sopportabile. Alla soglia dei quarant'anni, oltre il dantesco mezzo del cammin di nostra vita, ho dovuto rimettermi in discussione e cercarmi un nuovo lavoro ed emigrare all'estero per poter continuare a fare ricerca; ho cambiato casa cinque volte e prossimamente sarà la sesta. Ho imparato che combattere e lottare è una possibilità riservata solo a chi se lo può permettere; per gli altri è un lusso, a volte troppo caro se non, addirittura, pericoloso.
È diventato lampante che la percezione di giustizia che mi ha mossa al ricorso ed i principi che si pensava di dover seguire sono stati negati ad ogni singolo passo. L'università, i professori, gli avvocati ed i giudici hanno tutti quanti seguito delle regole tutte loro. In questo modo, vincere un ricorso è una questione più di fortuna che di giustizia, una cabala, una lotteria milionaria e, per un ricorso vinto, ce ne sono ben più di uno perso malamente.
La mia precisa sensazione, pertanto, è che un appello al CdS funzioni esattamente nello stesso modo, con le stesse non regole, con il medesimo risultato. Sono fermamente convinta di essere nel giusto, penso di aver fatto abbondantemente il mio dovere civico, spendendo parecchi dei miei risparmi, del mio tempo ed altre risorse personali; ma, soprattutto, penso altresì che fuori dell'Italia (inclusi molti paesi in via di sviluppo) avrei già trovato soddisfazione e ragione.
Ora, a distanza di un anno, alla domanda ''Proseguire ad ogni costo?'' la mia risposta si è trasformata in NO.
è anche vero che, in un angolo celato della mia coscienza, c'è una vocina che sta urlando da settimane e mi dice, ferma e convinta, che per principio "non si può permettere che finisca tutto così e che, certa gente, la faccia franca", nell'interesse pubblico e specialmente nel rispetto di chi sta lottando o, più semplicemente, vorrebbe un sistema migliore. Questa voce si unisce all'unisono a quella di amici e colleghi che mi incitano a proseguire, a non mollare; perché se molliamo noi, "loro" avranno vinto.
Questa la sintesi dei fatti:
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Concorso per un posto da ricercatore, Università di Milano, Facoltà di Scienze MM FF NN, SSD GEO/10, Geofisica
- Candidati: 15. Candidati presentati alla discussione titoli il 15 Ott 2010: Nove
- Il 27 Ottobre 2010 viene pubblicato in nome deil vincitore: Gabriele Cambiotti.
- Il 28 Ottobre 2010, il vincitore, viene assunto dalla Università degli Studi di Milano, di seguito e più brevemente identificata come Unimi.
- Il 5 Novembre 2010 riceviamo la comunicazione ufficiale dell'esito del concorso e, ovviamente, non possiamo fare appello al Rettore, perchè il vincitore è già stato assunto.
Prima di leggere oltre e di farvi qualche pregiudizio vi invito a fare il seguente esperimento:
vi propongo meno di una ventina di righe da leggere, ovvero alcuni giudizi (numerati) dei commissari del nostro concorso, voi scegliete quelli che secondo voi sono i giudizi formulati per il vincitore.
Clicca qui: Esperimeto "Azzecca il giudizio"
Fino ad ora l'esperimento rivela che in media viene "azzeccato" uno dei due giudizi del vincitore dopo il 6 tentativo....
Sarà forse che almeno un terzo dei giudizi proposti risulta migliore?
Clicca qui per la tabella di confronto tra i candidati.
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Il verbale del concorso in formato pdf
- Candidati più titolati: Vinciguerra (H=11, Citazioni=393, 40 pubblicazioni, centinaia di conferenze, inviti per seminari e lezioni, fondi per milioni di euro), Armigliato (H=9,Citazioni=234, pubblic.=18), più decine di conferenze per tutti e insegnamento per molti.
- Tempo impiegato dalla commissione per valutare più di un centinaio di pubblicazioni presentate (da 15 candidati), diverse tesi di PhD, CV e altri titoli e redigere i verbali: circa 9 ore totlai.
- Vincitore Cambiotti, studente di PhD, H=1, Citazioni=1, 2 pubblicazioni. Coautori della prima pubblicazione anche altri due candidati.
Tra tutti i candidati, il meno titolato in assoluto, il vincitore Cambiotti è anche il neo studente del prof. R. Sabadini, il presidente della commissione.
- Io e gli altri 7 ex-candidati decidiamo senza esitazione di fare ricorso.
Fino da principio abbiamo ricevuto supporto morale da parte di diversi strutturati sia di Scienze della Terra che di Fisica, ma soprattutto di molti degli assegnisti (di Sci. Terra e non solo) che hanno scritto una lettera aperta ai Commissari per avere spiegazioni. Successivamente è nata l'iniziativa http://www.nophdnoresearch.it/ : un sito in cui si narrano storie collegate ai protagonisti di questo concorso.
Dopo più di un anno arriva la sentenza che ci da torto.
La cosa assurda è che per darci torto potevano tranquillamente sperticarsi molto ma molto meno. Personalmente, mi sarei piuttosto aspettata di perdere per via di qualche stupido cavillo.
Se non ne avete azzeccato almeno uno dei giudizi significa che il nostro ricorso era corretto. Infatti quello che sosteniamo è che dai verbali non è possibile capire le motivazioni della commissione ne distinguere il livello dei candidati. Voi l'avete capito?
Clicca qui per
una piccola dimostrazione dell'attenzione che ci hanno dedicato i giudici
Clicca qui per
vedere come è stato ridefinito il nostro SSD geo/10
Riprendendo in modo quasi ''cut'n paste'' le difese dell'Università e del contro-interessato (il vincitore), la sentenza afferma che sono stati usati correttamente gli indici bibliometrici come quello di Hirsh (H) ed il numero di Citazioni. In barba a qualunque principio di trasparenza, nel verbale e nei documenti presentati dalle difese non c'è il minimo riferimento ad alcun indice bibliometrico. Questo vuol dire che nessuno, nemmeno il TAR, può dimostrare né tanto meno affermare che sono stati usati gli indici bibliometrici. Il fatto è grave in sè e la dice lunga sul tipo di giustizia che ci si può aspettare dal TAR.
Molto più grave per tutti è l'altra affermazione contenuta nella sentenza: la discrezionalità della commissione vince su tutto, anche su indici oggettivi e persino sui criteri più fantasiosi che riesce a inventarsi. Di conseguenza, se un professore, un solo membro della commissione, afferma senza prove che l'inventore della ''scaccolata a destra'' è il più originale di tutti, questo è già sufficiente per farne il vincitore.
Con questa sentenza abbiamo un bel precedente legislativo, che semplifica ancora di più la vita dei baroni e dei giudici nell'inventarsi a piacimento i nuovi geni della ricerca italiana.
Io, gli altri ex-candidati e tutti quelli che ci hanno seguito sappiamo di avere ragione e non ci servono conferme. Abbiamo già più di un parere ''legale'', decisamente positivo, sulla possibilità di procedere. Ora, quello che non so e che invece mi importa molto è sapere a chi e a quanti interessa che quella sentenza venga impugnata di fronte al Consiglio di Stato. Quanti sono convinti che per principio dovremmo proseguire la battaglia legale? Quanti sono così convinti che dovremmo proseguire che sarebbero disposti a rischiare un po' del loro tempo e danaro?
Per Unimi impegnarsi in un ennesimo ricorso non costa nulla (paga lo stato!). Nessuno dei veri responsabili del concorso, dell'assunzione e della sentenza ha speso o sta usando soldi suoi o del tempo per fare quello che gli pare incluso combatterci.
Per i poveracci come noi, invece, un ricorso costa tempo personale, impegno emotivo e migliaia di euro, senza contare le eventuali spese della controparte che potrebbero farci pagare in caso di perdita.
Ha senso andare avanti solamente con l'appoggio di molta gente. Sarebbe anche l'occasione e il pretesto per mostrare un fronte molto più potente e pericoloso di uno sparuto gruppetto di ''facinorosi''. Si darebbe l'idea di poter proseguire ad oltranza contando sulla forza dei numeri, non solo nel nostro caso, ma per tutti gli altri casi.
Quante persone sarebbero pronte a fare un po' loro questa battaglia ed a mettere un contributo per portare avanti questa causa?
Il feedback dai nostri avvocati è arrivato. Sostanzialmente ci ribadiscono la scorrettezza della sentenza (incongruenze logico-giuridico) soprattutto in un senso: la sentenza evita accuratamente di affrontare le censure da noi mosse nel ricorso introduttivo; al contrario, i Giudici si sono infilati in una valutazione nel merito dell'attività del vincitore che non abbiamo richiesto e certamente non era di loro competenza (sotto un duplice profilo: sia giuridicamente, giacché il ricorso verteva principalmente - e ovviamente - su altro, che scientificamente!)
Il ricorso al CdS ci costa
4900 euro (prezzo già scontato).
.... aggiornamenti sullo stato della raccolta contributi.
Le cose da tenere presente sono:
1) Se non riusciamo a raggiungere almeno metà dei 4900 euro entro il 10 di maggio, il ricorso potrebbe saltare.
2) Se perdiamo il ricorso al CdS potremmo dover pagare anche le spese avversarie, quindi tutto quello che dovesse arrivare in più oltre alla quota di 4900 euro verrà tenuto da parte fino alla sentenza.
3) Se vinciamo, ci potrebbero rimborsare le spese. In quel caso cosa ne faccio dei soldi raccolti?
Nei casi 1) e 3) cosa faccio con quello che avanza?
a) Li metto a disposizione per aiutare qualcun altro in un ricorso simile. b) Ve li restituisco (tutti o in parte, escluse le spese).
Per questi motivi e per ricevere i vostri contributi avrei voluto creare un'associazione che sarebbe poi servita per altre cause simili alla nosta.
Purtroppo l'idea dell'associazione per ora è impraticabile, sia per i costi e sia per il fatto
che fisicamente non sono in Italia e non potrò esserci ancora per molto tempo.
Quindi l'unico modo di ricevere dei contributi è sul mio conto personale (o per chi preferisce con paypal sulla mia email vale167@gmail.com) in ogni caso per non mettere on line direttamente dati sensibili, ho deciso di usare la seguente form, con cui potete aderire all'iniziativa e ricevere le coordinate bancarie e le altre informazioni.
Siamo oltre il 10 Maggio e non abbiamo raccolto metà di quello che serve.
La scadenza dei termini è a metà Giugno, e ora devo decidere se dare l'incarico agli avvocati. Questo purtroppo significa che ora si tratta di decidere se mettere di tasca nostra circa 4400 euro per questo ricorso, e al massimo aspettare di ricevere altri contributi nei prossimi mesi per rientrare della spesa, o se girare una parte dei soldi raccolti (solo per quelli che hanno dato la disponibilià) a una causa simile alla nostra e restituire il resto.
Per me stessa e per le persone che hanno contribuito e che credono in quello che sto cercando di fare, vorrei procedere. D'altra parte ci sarebbero da considerare anche tutti quelli che non hanno contribuito e che non hanno scritto che forse non hanno interesse e/o non credono in questa battaglia legale.
personal email: vale167@gmail.com
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